Il quartiere Due Leoni deve il suo nome proprio dai due leoni che sovrastano le colonne del cancello della villa di un noto costruttore romano che ora ospita un convento di suore.
La villa che si trovava in Via Siculiana 4 è stata realizzata nel 1927 da Ugo Tarchi ed in seguito è stata ampliata e restaurata, per poi diventare di proprietà delle suore dell’Ordine Francescano.
In questa villa sono stati ritrovati resti delle antiche abitazioni, in particolare pavimenti e mosaici.
Tra i resti fu trovata:
• una tomba a cappuccina contenente uno scheletro umano con accanto una moneta antica;
• una giara in pasta arancione alta 110cm e larga 1m;
• un acroterio angolare di marmo bianco;
• un sarcofago di peperino, ornato sui lati da due grifi, con a fronte raffigurato il busto di un giovane su clipeo, in campo strigliato.
Della villa oggi rimane davvero ben poco.
Il portale con le due statue sembra risalire agli anni ’30 ma non ci sono tracce storiche precise ma sicuramente la realizzazione fu fatta dal Conti Vaselli per indicare l’accesso alla villa.
La città di Roma ha sempre amato il Leone, simbolo di forza ed insieme alla lupa è stato spesso usato per abbellire i giardini o le entrate delle ville. Al leone vengono dati tanti significati tra cui “guardiano di un luogo sacro”
Partendo dalla credenza che i leoni nascevano con gli occhi aperti (Plutarco), era diffusa la superstizione che questi fossero aperti sempre; ecco perché nell’antico Egitto le loro statue venivano poste a guardia di un luogo sacro. Tale superstizione continuò anche in epoca cristiana, come testimoniano le coppie di leoni collocate in epoca medievale ai lati dell’ingresso delle chiese.
Oggi questo portale è sommerso da cespugli ed immondizia. Il valore economico di queste statue è pari a zero ma a livello di identità di quartiere il loro valore era ed è alto.
Una volta si entrava dal cancello nell’omonimo quartiere poi l’ingresso diventò troppo piccolo e fu costruito l’attuale svincolo isolando il vecchio cancello dietro due guardrail.
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fonte: web